martedì 29 aprile 2008

NAPOLI E DINTORNI

Il problema dei rifiuti a Napoli negli ultimi giorni è passato in secondo piano.

Il risvolto drammatico della cosa è che pochi si rendono conto che le difficoltà di smaltimento non riguardano solo il capoluogo campano. Anche altri centri italiani sono vicini al collasso.

Certo, a Napoli il problema è ingrandito dalla presenza di organizzazioni mafiose e rapporti non sempre trasparenti tra politica e camorra, ma il problema è latente anche in altre città del nord Italia.

Le discariche potrebbero non essere sufficienti, gli inceneritori non si possono più costruire, la raccolta differenziata in molti centri stenta a decollare, i materiali biodegradabili non riescono a superare le barriere di prezzo e di informazione.

Vedremo cosa deciderà il nuovo governo ma il punto di partenza deve essere “il nostro vicino”.

Dobbiamo tutti fare la nostra parte e spiegare alle persone che conosciamo che è meglio ridurre i rifiuti e differenziare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io, però, vorrei capire una cosa: di fronte al problema rifiuti, ci si chiede in quale discarica ci sia ancora posto, o come bruciarli, o come far decollare la raccolta differenziata per riciclarli. Ma se si cominciasse a non farne? Perchè quando si ha una macchina, dopo tot anni, si finisce per doverla cambiare perchè considerata troppo inquinante e non la si può più usare in determinate ore, giorni, luoghi? - come se fosse ecologica la rottamazione di un auto, i rifiuti che prouce, l'energia e le materie necessarie alla costruzione di quella che la sostituirà...altri quarant'anni d'uso della vecchia non inquinerebbero altrettanto!). Perchè se si rompe la lavatrice, costa più farla riparare che comprarne una nuova? Perchè quando si va a fare la spesa, tre quarti di quel che si compra, tra scatole, involucri di plastica, elastici, bustine, cinghiette, finisce in pattumiera? Persino una biodegradabilissima cacca di cane si è costretti a metterla in un sacchetto!